Lavoratore dimissionario: il datore di lavoro può non pagare l’indennità di preavviso?

La Corte Suprema di Cassazione ha emesso un'ordinanza riguardante l'indennità sostitutiva del preavviso in caso di dimissioni dei lavoratori

Lavoratore dimissionario: il datore di lavoro può non pagare l’indennità di preavviso?

La sentenza in questione chiarisce che il datore di lavoro non è tenuto a pagare quest'indennità se decide di rinunciare al periodo di preavviso.

Il caso di specie coinvolgeva una dipendente che si era dimessa senza lavorare nel periodo di preavviso ma che aveva comunque ottenuto l'indennità in prima e seconda istanza. Tuttavia, la Cassazione ha accolto il ricorso della società, sostenendo che il preavviso è obbligatorio in questi casi.

Il Collegio ha stabilito che se il datore di lavoro rinuncia al preavviso, non è tenuto a pagare l'indennità sostitutiva al lavoratore dimissionario. Questa decisione dà flessibilità alle aziende durante la fase di dimissioni, consentendo loro di gestire meglio la transizione senza compromettere i diritti dei lavoratori.

La sentenza in oggetto contribuisce a garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, inclusi i diritti acquisiti durante il lavoro ma non condizionati dalla rinuncia al preavviso. Questa decisione bilancia gli interessi delle imprese con quelli dei lavoratori, offrendo una guida chiara per affrontare situazioni comuni nelle dinamiche lavorative attuali.

In definitiva, l'ordinanza della Cassazione fornisce un orientamento importante per affrontare situazioni complesse nel mondo del lavoro, promuovendo un ambiente lavorativo equo e duraturo senza compromettere i diritti dei dipendenti. (Cass. 14 marzo 2024 n. 6782)

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