Cinque anni non bastano per la prescrizione dell’onorario del vecchio amministratore

Cinque anni non possono bastare per dichiarare prescritto il compenso preteso dall’oramai ex amministratore nei confronti del condominio. Questa la posizione assunta dai giudici (sentenza del 21 novembre 2024 del Tribunale di Foggia), chiamati a prendere in esame il contenzioso relativo alla gestione di uno stabile in provincia di Foggia. Per i giudici bisogna partire da un dato acclarato: la retribuzione dell’amministratore di condominio non è assolutamente periodica e deve essere versata al termine del contratto, di durata annuale. Proprio tale caratteristica esclude che possa applicarsi la prescrizione quinquennale. Ciò perché la cessazione legale dell’incarico di amministratore determina la necessità di corrispondere a quest’ultimo la retribuzione e il relativo obbligo deve essere adempiuto non già periodicamente ma al compimento della prestazione posta a carico dell’amministratore ossia al decorso annuale dell’incarico. Di conseguenza, va ritenuta applicabile la prescrizione ordinaria decennale, proprio in ragione della natura del rapporto contrattuale tra l’amministratore e il condominio. In particolare, il credito dell’amministratore si fonda sul contratto di mandato con rappresentanza che intercorre con i condòmini, e, quindi, tale credito è soggetto all’ordinaria prescrizione decennale. Si deve escludere, invece, l’applicabilità della prescrizione breve quinquennale, trattandosi di credito soggetto a pagamento periodico, o la prescrizione presuntiva, applicabile in caso di contratto d’opera intellettuale. Tirando le somme, la domanda di pagamento dei compensi arretrati, avanzata dall’ex amministratore di un edificio, non può essere bloccata dall’eccezione di prescrizione quinquennale sollevata dai condòmini.